I Prefetti di Vico e il lago Sabatino

Nel XIII secolo i Prefetti di Vico possedevano Bracciano e Trevignano, ma chi erano i Prefetti di Vico?
…In terzo luogo nei Di Vico si trasmette e si perpetua il diritto alla prefettura della Città; anzi sono gli stessi prefetti antichi che, sulla metà del secolo XII, si trovano, nei documenti e nelle cronache, prima di tempo in tempo, e poi comunemente, chiamati Di Vico. Il passaggio dall’un nome all’altro, o, per dir meglio, l’acquisto del secondo nome si spiega assai facilmente. La prefettura, come quella che, fra i diversi suoi uffici, aveva anche la cura di tener tranquille le strade, possedeva, come sua dote, molti castelli nella Tuscia Romana, dove passavano le vie allora più frequentate da chi recavasi a Roma. Fra questi luoghi, oltre a Civitavecchia, Vetralla, Carbognano, Caprarola, Rispampani ed altri, eravi anche il castello di Vico, situato sul pendio orientale del monte Fogliano, nella catena dei Cirnini, dove il nome n’è conservato tuttora da un piccolo lago, sul quale ne restano importanti ruine. Questo castello divenne feudo della famiglia dei prefetti, probabilmente nella seconda metà del secolo X, quando altri titoli feudali sorsero fra la nobiltà di Roma, e quando per gli Ottoni fu restaurata, colla potenza imperiale, la prefettura; che rappresentavala in Roma. Infatti è appunto circa a questi tempi che s’ incomincia a incontrare il nome Di Vico; e non ancora in Roma, ma nei comuni della provincia, dove, secondo le cronache, i Di Vico furono fra i consoli più antichi. In seguito questo stesso nome fu usato promiscuamente coll’altro di Prefetti e Prefetteschi; rimanendo, per qualche tempo, a questo, e poi passando al nuovo, e per sempre, la precedenza e la fama maggiore. La cupidigia di tiranneggiare trasse questa famiglia a star sempre in armi or contro i papi or contro il comune di Roma, che non cessavano gli uni e l’altro, per ragioni diverse, di rivendicare a sè la signoria dell’antico ducato romano. E per sostenersi nella lotta ineguale, i Di Vico usarono di accomunare la causa loro a quella dei nemici o della chiesa o del campidoglio; quindi fautori di scismi, seguaci d’antipapi, ghibellini, nemici di ogni democrazia, pronti sempre a trar vantaggio dal disordine, che spesso a ragion veduta provocavano…

Così C. Calisse sintetizza la natura di una potente famiglia che dominava parte del territorio laziale nel Basso Medioevo.

Un ramo dei Prefetti di Vico dominava Bracciano e S. Pupa (Manziana): in un documento datato il 10 gennaio 1234 vengono fissati i confini fra i due territori, probabilmente per eliminare ogni equivoco nelle successioni. Prima di questa data, al momento, non si dispone di notizie precise in merito alla presenza della suddetta famiglia nel territorio del lago Sabatino.

Nel 1244, solo per breve tempo, Pietro di Vico fu investito della contea d’Anguillara e nel 1258  fece un compromesso con la famiglia Curtabraca riguardo ad una questione relativa al possesso di Martignano, Stirpacappe e Trevignano: egli sosteneva di aver acquistato i terreni da Zaro Curtabraca.

Nel 1293 Pietro di Vico vendette il feudo di Trevignano a Giovanni e Nicola de Stinco, ma dopo poco tempo tornò ai Prefetti, infatti, in atti del Regesto De Cupis del 1359 e del 1367 appare dato in pegno dotale da Lodovico di Vico a sua moglie Vannozza Orsini d’Aridrea, con il primo, e alla seconda sua moglie Francesca Colonna di Pietro, con il secondo.

Maria, figlia d’Orso conte d’Anguillara, sposò nella seconda metà del XIV secolo Pietro dei Prefetti di Vico. Rimasta vedova, ottenne dal Magistrato Capitolino Bartolomeo da Novara, il 6 marzo 1372, una sentenza colla quale in garanzia dei suoi crediti dotali le furono assegnati i castelli di Trevignano, Casamala, Caprarola e metà di quello di Vico. Il pegno fu riscattato da Lodovico di Vico nel 1374, ma, sopravvenuta la ribellione del 1375, le milizie s’impadronirono di Trevignano.

Nella sentenza del 30 ottobre 1377  di Gregorio XI, eletto arbitro per porre fine ad ogni controversia fra Sciarra, Lodovico e Francesco di Vico, ed il popolo romano, Trevignano fu lasciato al Comune di Roma: …Primo quod castrum Trivignani, quod fuit aquisitum vi armo rum per romanum populum, remaneat eidem romano populo cum roccha, territorio et districtu ac iuribus et pertinentiis eiusdem…

Il 3 novembre 1380 venne dato in pegno a Latino Orsini per i 4071 fiorini da lui dati in prestito coi quali venne riscattato Bracciano dai due condottieri senesi che l’occupavano.

Nel 1435 l’ultimo dei Prefetti, Giacomo di Vico, venne catturato e decapitato. Everso II conte d’Anguillara acquistò alcuni dei feudi a lui confiscati, altri ne usurpò.

RIFERIMENTI e bibliografia relativa:
C. Calisse,
1888    I Prefetti di Vico, Kessinger Legacy Reprints.
G. Silvestrelli,
1993    Città, castelli e terre della regione romana. Ricerche di storia medioevale e moderna sino all’anno 1800 (rist. anast. Roma, 1940).

Autrice: Elena Felluca

ultima modifica: 25 novembre 2013

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