La Marmotta, Anguillara Sabazia

I resti più antichi di frequentazione umana sulle sponde del lago Sabatino si trovano nel territorio di Anguillara Sabazia e sono rappresentati dal villaggio perilacustre “La Marmotta” del Neolitico Antico (le datazioni calibrate al C-14 sono comprese all’incirca tra il 5750 e il 5260 a.C). La località è nelle vicinanze di una sorgente nei pressi del fiume Arrone.
È attualmente il più antico insediamento di sponda del Neolitico dell’Europa occidentale, testimoniando l’occupazione delle rive dei laghi già nella prima metà del VI millennio a.C..
Durante il Neolitico l’uomo mise a punto nuove tecniche per il procacciamento di cibo accanto al semplice sfruttamento delle risorse naturali attraverso la caccia e la raccolta: l’uomo imparò progressivamente a coltivare piante e ad allevare animali, perfezionando col tempo le tecniche impiegate. Da ciò sono derivati numerosi cambiamenti nell’assetto sociale, economico e tecnologico dei singoli gruppi umani.
Il sito si trova tra 4 e 11 m di profondità, a circa 360 m dall’attuale linea di costa. È stato scopeto casualmente nel 1989 durante i lavori di scasso condotti sul fondale del lago per conto dell’Azienda Comunale Elettricità ed Acque di Roma e dal 1994, per molti anni, è stato interessato da campagne di scavo e ricerche sistematiche da parte della Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma.
Le acque del lago e i sedimenti hanno sigillato e conservato le vestigia di una comunità neolitica per circa 8.000 anni: resti di capanne, oggetti utilizzati nella vita quotidiana, oggetti legati a pratiche di culto, imbarcazioni, resti animali e vegetali che ci forniscono informazioni riguardo alle specie sfruttate nell’allevamento e nell’agricoltura così come nella caccia e nella raccolta.
Durante gli scavi sono stati messi in luce alcuni settori dell’antico villaggio esteso ipoteticamente per circa 2 ettari: si tratta di capanne all’asciutto edificate sull’antica linea di riva e disposte in modo ordinato mostrando un’organizzazione pianificata. Dalle analisi sono state riscontrate più fasi e sottofasi costruttive, tra la prima e l’ultima intercorrono circa 100 anni.
Le capanne a pianta rettangolare 8/10 m x 6 m sono testimoniate da pali verticali conservati per un’altezza variabile e da muretti in pietra alla base, l’alzato delle pareti al di sopra di essi era composto di incannucciate, travi e travetti misti a paglia e argilla, all’interno erano intonacate da un sottile strato di argilla. I tetti erano a doppio spiovente composti da intelaiature di travi ricoperte di paglia e frasche. Il piano pavimentale era in terra battuta.
All’interno del villaggio sono stati trovati numerosi vasi in ceramica di svariate forme utilizzati per differenti attività, alcuni erano anche decorati con impressioni o con motivi dipinti.
In generale, la ceramica che si caratterizza per la decorazione a impressione contraddistingue la Civiltà Neolitica presente su gran parte delle isole e sulle coste dell’Europa meridionale ed era ottenuta con vari strumenti o con il bordo di una conchiglia, come il Cardium. Di queste Culture a Ceramiche Impresse si conoscono svariati aspetti regionali definiti da particolari tecniche decorative e “La Marmotta” appartiene alla cultura delle Ceramiche Impresse del medio-tirreno.
Gli strumenti utilizzati nella vita quotidiana sono di vario tipo e ricavati da legname, pietre, selci, ossa animali, corno e fibre vegetali: si tratta di falcetti, asce, accette, spatole, punteruoli, lisciatoi, pestelli, macine e macinelli, cestini fatti da cordame intrecciato. Mentre l’ossidiana, rinvenuta nel villaggio in grandi quantità, testimonia contatti commerciali diretti o indiretti con le isole Pontine e con le Eolie.
Le cariossidi carbonizzate di cereali trovate nel villaggio testimoniano l’esistenza di una vasta economia agricola. Tra le specie coltivate sono presenti leguminose, ad esempio lenticchie e piselli, lino e papavero da oppio; vi erano anche prodotti offerti dalla foresta e dalle e dalle zone ai margini delle radure quali susine, prugne selvatiche, ciliegie, pere e mele selvatiche; o ancora nel bosco venivano raccolti fichi, sambuchi, cornioli, fragole, more, lamponi, nocciole e ghiande.
Sembra verosimile che le numerose capsule e semi di papavero da oppio rinvenuti nel villaggio fossero utilizzati non solo come sostanze medicinali, ma anche come allucinogene.
L’allevamento è testimoniato da resti di ovicaprini, suini e bovini, questi ultimi usati anche come forza lavoro per scopi agricoli. Mentre l’attività di caccia è testimoniata da resti di caprioli, cervi, cinghiali, lepri e tassi, uccelli (rallide e anatide) e pesci (tinca).
Quindi l’ambiente circostante il lago era caratterizzato da ampie zone boschive e da larghi tratti paludosi ricoperti da fitti canneti e zone arbustive lungo la riva.
Sono stati trovati anche oggetti legati alle pratiche di culto, tra questi vi è una statuetta in steatite alta 4,8 cm e larga 2,1 cm rappresentante la grande “dea madre” protettrice della fecondità e della fertilità. Anche i modellini imbarcazioni in ceramica trovati all’interno delle capanne dovrebbero essere legati a pratiche di culto o sciamaniche, insieme a pipe in ceramica e a vasi in miniatura di varie forme e decorazioni.
In un’area del villaggio vicina all’antica sponda lacustre, probabilmente adibita a cantiere navale, sono state trovate cinque piroghe monossili: una in particolare, “La Marmotta 1”, ben conservata, doveva essere in corso di lavorazione. È stata ricavata da un unico tronco di quercia, è leggermente rastremata verso prua, misura 10,5 m di lunghezza e 1,08 m di larghezza a poppa. Era adagiata sul fianco sinistro incastrata tra pali verticali infissi nel terreno in modo da fermarla nella posizione più ottimale per poter eseguire con sicurezza le operazioni di carpenteria necessarie alla sua ultimazione. L’esterno era stato completamente scortecciato, il fondo appiattito. All’interno sono ben visibili le tracce di lavorazione lasciate dalle asce di pietra levigate e dagli strumenti litici.
In termini di cronologia assoluta calibrata la piroga è databile intorno al 5500 a.C.

Non conosciamo le circostanze dell’abbandono del villaggio né il luogo del successivo trasferimento della comunità: probabilmente fu il graduale mutamento delle condizioni climatiche col conseguente cambiamento dell’habitat a spingere gli abitanti a spostarsi altrove alla ricerca di un posto più confortevole, non ci sono tracce che inducano a credere ad un abbandono causato da una distruzione drastica o da un cataclisma improvviso.

Il villaggio “La Marmotta” è un’importante testimonianza della presenza di una comunità in grado di produrre cibo, ove le pratiche agricole e allevatorie erano sviluppate, nonostante lo sfruttamento delle risorse naturali attraverso la caccia di animali selvatici e la raccolta di piante spontanee fosse ancora praticato. La presenza di oggetti integri ci fornisce preziose informazioni sulla cultura materiale e sui processi di lavorazione.

Nel Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” è dedicata un’intera sezione al villaggio con un’esposizione ben curata di vasellame, strumenti litici e di alcune delle piroghe recuperate. Vi sono anche pannelli esplicativi sulle attività di scavo e sull’orizzonte culturale dei reperti rinvenuti.

RIFERIMENTI e bibliografia relativa:
Fugazzola Delpino, A.M.
1995    Un tuffo nel passato. 8.000 anni fa nel lago di Bracciano,Viterbo: BetaGamma editrice.
Fugazzola Delpino, A.M. et alii (edd.)
2004    Civiltà dell’argilla. Le prime comunità del Neolitico, Dragoni (CE): Società Editrice Imago Media.

Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”:
http://www.pigorini.beniculturali.it/un-tuffo-nel-passato.html

Video dello scavo subacqueo del più antico villaggio di sponda neolitico, attualmente conosciuto. Loc. La Marmotta, lago di Bracciano, Anguillara Sabazia, Roma:

Anguillara Sabazia (RM). Scavi subacquei nel lago di Bracciano in loc. “La Marmotta”:
http://www.archeologia.beniculturali.it/index.php?it/142/scavi/scaviarcheologici_4e048966cfa3a/202

Il villaggio nascosto nel lago. Una giornata di 8000 anni fa. Cartone animato sullo scavo archeologico subacqueo de “La Marmotta” (Anguillara Sabazia, Roma):

Autrice: Elena Felluca

ultima modifica: 24 novembre 2013

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