La rocca di Trevignano Romano sorge su una ripida altura di tufo vulcanico in parte difesa naturalmente dai pendii a strapiombo, come il castello di Bracciano.
Non sappiamo esattamente quando venne edificata la Rocca, probabilmente esisteva nella metà del XIII secolo: ci furono vari passaggi di proprietà tra i Curtabraca, i Prefetti di Vico e i de Stinco, fino a quando nel 1377 Trevignano fu in potestà del popolo romano. Alla fine del XIV secolo andò in mano agli Orsini che poco a poco, nel corso del XV secolo, entrarono in possesso di tutto il territorio del lago. Nel 1496 le milizie di Alessandro VI, papa Borgia, assalirono e presero Trevignano; nel 1503 egli confiscò tutti i feudi degli Orsini, ma per poco tempo, poiché li ripresero a seguito della sua morte avvenuta lo stesso anno. Pochi anni dopo Gian Giordano Orsini fece smantellare la rocca che non venne completamente distrutta, ma semplicemente abbandonata ed utilizzata sporadicamente in modi differenti nei secoli successivi.
I crolli della struttura sono avvenuti poco a poco a causa della mancata manutenzione e il materiale edilizio reimpiegato per la costruzione di altri edifici.
P. Bondi così descrive la Rocca e l’antico nucleo abitativo di Trevignano nel 1836: Nella sommità di questo masso vulcanico esisteva un’antica fortezza ossia Rocca con altissima torre tuttavia in piedi, la quale potea forse in quei tempi servire ad uso di telegrafo, o per dar segnali di ajuto in caso di assedio: le mura di questa avanzate all’ingiuria del tempo ci persuadono ad evidenza esser stata, in età anteriore assai all’uso del cannone, di qualche considerazione ed importanza. Fu questa più volte malconcia dai Colonnesi implacabili nemici degli Orsini, ma sempre sostenne gli assalti con grande riputazione non tanto per la forza armata che questi vi tenevano quanto per la deltà e bravura degli abitanti di Trevignano, i quali non risparmiarono alla circostanza né disastri né fatiche né sangue per difender la patria e i loro padroni. Assalita finalmente nell’anno 1496 dall’armi del Duca Valentino Borgia, ossia del papa Alessandro VI suo padre che invidiando la potenza degli Orsini bramava del pari di impossessarsi dei loro Dominj […] Era questo forte circondato di
alte e salde mura incominciando dai due lati di levante e ponente le quali andavano a collegarsi con due ben costruiti baluardi, che difendevano il paese qualora l’assalto fosse eseguito o dalla parte del lago o dalle due fiancate laterali, uno però affatto distrutto, ma visibile ancora per le macerie che si scorgono in quella parte del lago, e l’altro benché corroso dalle spesse maree del detto lago, tuttora esistente ma conservato assai male. Due porte davano l’ingresso all’antico paese per le quali si saliva quindi alla rocca, giacché dalla parte di settentrione e di levante era inaccessibile attesa l’alta scoscesa rupe, che le serviva di sicurezza per non essere sorpresa.
La rocca doveva essere a pianta quadrata con elevate mura merlate e torri angolari quadrate e una centrale più alta delle altre che doveva ancora esistere nella prima metà del Novecento. Una cinta muraria più bassa doveva fungere da difesa ove lo sperone roccioso era meno aspro, quindi le mura difensive si integravano la difesa naturale data dalla conformazione naturale dell’altura.
L’altura sulla quale è impiantata la rocca è uno sperone roccioso scavato al suo interno: sono, infatti, visibili, ambienti e corridoi sotterranei attualmente enigmatici e poco noti. Non è da escludere che essi siano stati realizzati in momenti precedenti la costruzione della rocca stessa e che siano stati modificati nel tempo.
RIFERIMENTI e bibliografia relativa:
Bondi, P.
1836 Memorie storiche sulla città Sabazia ora Lago Sabatino… Tipografia Calasanziana, Firenze. Ristampa a cura del Consorzio lago di Bracciano, 2011.
Del Monaco, V.
2011 Vedute del Territorio del lago di Bracciano, Anguillara.
Autrice: Elena Felluca
ultima modifica: 1 maggio 2014
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