Cavità artificiali a Cerveteri (RM)

Proseguono le ricerche delle antiche cavità artificiali nella fascia di territorio intorno al lago di Bracciano.
A Cerveteri, a poca distanza dalla Macchia del Comune di Bracciano, immersa in una fitta vegetazione, si trova una complessa cavità artificiale interamente scavata nel banco tufaceo: di forma rettangolare, essa si estende per circa 45 m di larghezza, parallelamente alla fiancata del rilievo roccioso, e penetra per circa 14 m al suo interno. Il dislivello con il piano di calpestio esterno è pressoché inesistente. È suddivisa al suo interno in una serie di camere quadrangolari, tutte disposte sul lato meridionale, con ingresso sul lato settentrionale a sua volta protetto da una sorta di portico coperto. Il piano pavimentale non presenta dislivelli, come anche l’altezza della volta, che misura costantemente 2.9 m. Fa eccezione la camera sud-occidentale, diversa dalle altre per disposizione e apertura, ma anche per l’altezza di 2.45 m. Circa metà della volta dell’intera cavità è collassata, ostruendo quasi totalmente tutti gli ambienti coinvolti.
Le pareti sono piene di nicchie di piccole e medie dimensioni, verosimilmente adatte a contenere oggetti, e di buchi, in parte utilizzati per le chiusure, per le cerniere delle chiusure dei passaggi, o per agganciare dei fermi.
Non ci sono elementi datanti, ma la presenza di resti di epoca etrusca e romana in tutta la zona circostante, e l’assenza di tracce di frequentazione più tarde, lascia supporre una realizzazione e un primo utilizzo sicuramente prima dell’epoca medievale.
Resta da capire anche la sua funzione, ma è verosimile fosse un magazzino per le derrate alimentari, e/o una stalla per il ricovero degli animali da allevamento.
A pochi metri, procedendo in direzione nord-est, è stato esplorato un cunicolo di drenaggio lungo circa 30 m, che parte da un pozzo quadrangolare quasi completamente interrato. A circa metà lunghezza si trova un dente di giuntura, causato dalla necessità di raccordare i due tronconi di cunicolo durante la fase di scavo. Si tratta di parte di un sistema di drenaggio e di canalizzazione delle acque, realizzato, verosimilmente in epoca etrusca, o romana, per bonificare e mantenere un equilibrio idrico nella zona.
Non si esclude la sua relazione con la grotta appena descritta, data la vicinanza.
L’individuazione è avvenuta seguendo le indicazioni riportate negli appunti di Paolo Panichi, Ricerche archeologiche nel territorio di Bracciano (2016), in cui compare uno schizzo indicativo della planimetria.
Il lavoro di individuazione, esplorazione, rilevamento topografico e studio è avvenuto insieme a Tullio Dobosz, che ringrazio per la sempre utile collaborazione.

Elena Felluca

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