Castello di Bracciano, la collezione di maioliche

Castello di Bracciano

Castello di Bracciano, veduta da Pisciarelli.

Lo studio delle settantuno maioliche esposte nel Castello di Bracciano rappresenta un viaggio nel tempo e nello spazio e nasce dalla necessità di accrescere e consolidare il loro valore mediante la conoscenza, la valorizzazione
e la tutela, divulgando i relativi saperi.
Nell’insieme, la collezione fornisce un assaggio della produzione della maiolica italiana lungo un arco di tempo che va dal XV fino a giungere al XIX secolo e si compone di esemplari provenienti da centri diversi con plurisecolare tradizione artigianale.
Il vasellame è ricco di valenze simboliche ed ideologiche che si manifestano soprattutto nella scelta dei motivi decorativi e delle iconografie rappresentate.
Le maioliche che compongono la collezione sono di tipologie e forme differenti: albarelli, orcioli, boccali, panate, piatti, alzate, crespine, acquasantiere, tutte possiedono una decorazione monocroma o policroma, talvolta realizzata con una fantasia di colori piuttosto vivace.
Sono stati anche riconosciuti stili o schemi decorativi che, partendo da un centro, si sono poi diffusi e sono stati adottati da zone piuttosto estese: maioliche ricoperte di smalto berrettino, maioliche in stile compendiario, in stile ispano-moresco, con decorazione alla porcellana, in stile arcaico, in stile floreale gotico, in stile iznik, con
decorazione a palmetta persiana, famiglia zaffera in rilievo, maiolica ingobbiata e graffita policroma.
L’aspetto funzionale è legato alla loro forma: è possibile distinguere con sicurezza i vasi da farmacia, con indicazione del prodotto contenuto al loro interno, dai vasi da pompa, ovvero vasi da ornamento considerati oggetti artistici da esposizione realizzati per magnificenza ed ostentazione.
Le maioliche realizzate per essere utilizzate all’interno delle farmacie o come contenitori di prodotti alimentari presentano forme differenti, poiché il contenitore, per praticità, doveva essere adeguato al tipo e alla consistenza del prodotto: albarelli, orcioli, pillolieri, panate e boccali, questi ultimi due sono recipienti d’uso per preparare prodotti liquidi o semi-liquidi.
La maggior parte dei vasi da farmacia presenta una decorazione dipinta a intrecci vegetali distribuita in modo uniforme su tutta la superficie o solo sul lato anteriore. Alcuni contenitori possiedono la dicitura del medicinale inserita nel contesto della decorazione, talvolta insieme ad un monogramma o ad uno scudo araldico il cui significato a tutt’oggi è piuttosto dibattuto: potrebbero costituire l’emblema di comunità, ospedali o dei proprietari.
Tra i vasi considerati oggetti artistici non propriamente di uso, vi sono soprattutto recipienti decorati in modo sontuoso: piatti, alzate, un vassoio/bacile da acquereccia, crespine, acquasantiere.
Spesso i piatti e le alzate presentano uno stemma identificativo di una famiglia, oppure le decorazioni conistono in immagini sacre, disegni profani, motivi floreali o astratti, scene mitologiche o storiografiche.
In alcuni casi è stato possibile individuare con sicurezza il centro di produzione dei singoli esemplari: Roma, Viterbo, Firenze, Montepulciano, Montelupo, Deruta, Urbino, Faenza, Bassano del Grappa, Venezia, Savona.

Autrice: Elena Felluca

ultima modifica: 8 aprile 2014

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