Istruzioni sui restauri del castello di Bracciano, fine XIX secolo

Trascrizione di un dattiloscritto custodito nell’Archivio di Stato di Roma – Fondo Odescalchi (ASO XII G4bis), fine XIX secolo.

Alla fine del XIX secolo venne concepita l’idea di creare un museo all’interno del castello di Bracciano ove esporre oggetti antichi e permettendone la pubblica fruizione. Fu Baldassarre III Odescalchi l’ideatore, egli promosse campagne di restauro e acquistò mobili e arredi di vario genere per riempire le sale, l’opera è stata poi proseguita dai suoi successori.
Egli era figlio di Livio III e di Sofia Branicka, unione felice che permise il recupero del castello nel 1848 allora in mano al duca Marino Torlonia.
Baldassarre fu attivo in politica sin dal 1867, inizialmente come addetto all’ambasciata italiana a Vienna, poi ricoprì varie cariche politiche all’indomani del trasferimento della capitale a Roma: fu deputato di Roma per più legislazioni e successivamente senatore del regno. Amava l’arte e la cultura, partecipò a numerose manifestazioni artistiche dedicando maggior cura all’architettura e stringendo un forte sodalizio con l’architetto Raffaello Ojetti. Istituì un salotto letterario e favorì l’istituzione di musei e scuole per favorire la produzione artistica nazionale, inoltre si interssò alle questioni legate alla tutela dei monumenti. Introdusse innovazioni in ambito agricolo, come anche nell’allevamento, nella sua tenuta di Bracciano: investì molte risorse nel settore agrario, bonificando ed incrementando la produttività delle proprie terre.
Baldassarre affidò la direzione dei restauri del castello principalmente all’architetto Ojetti fornendo delle istruzioni o idee, non solo per ripristinare elementi ipoteticamente originari manomessi dai Torlonia, ma anche apportando vere e proprio modifiche strutturali in alcuni settori.

ISTRUZIONI SUI RISTAURI DEL CASTELLO

Io ho ristaurato e mobiliato tutto il Castello dalla Cucina fino al gran salone, più le quattro capere attigue dopo il gran salone.

Ho armato con travi di ferro il soffitto del gran salone da ricoprirsi con legno e pitture.
Delle camere di mio fratello due stanno in ordine; nella terza bisognerebbe sostituire le travi perchè sbagliate da Bartolucci.

Nel terzo piano resturato da me e compito or ora resta da completare il mobilio. Vi sono alcuni mobili che fornivano l’appartamento Baionetti i quali hanno una certa eleganza specialmente una tavola con piede in ferro, gli attrezzi di una cucina, un letto a due piazze ed un armadio.

Questi mobili sono da sistemarsi, come si crede.Tutte le altre camere, meno una che era desitnata a stireria e guardarona delle donne, erano fatte a camere isolate per servitori. Questa sistemazione è stata alquanto variata levando dei tramezzi che tagliavano le finestre e riducendo ad una camera grande due piccole camere.

Di queste camere ad uso servitori ne avevo fornita una di mobilio che dava un tipo di ammobiliamento di queste camere. Tale mobilia era competa di un letto di legno da un disegno che avevo preso a Perugia, che componevasi di quattro borchie tonde. Ad accompagnare questo letto vi erano un armadio ed una scanzia fatti da Mastro Carlo; e sedie di tipo fiorentino in paglia.
Avevo intenzione di seguitare questo ammobiliamento per tutte le camere dei servitori, le quali sono intanto occupate da mobili qualunque.

Castello di Bracciano

Castello di Bracciano, antiche armerie, vano cilindrico ove era la scala a chiocciola d’accesso per il piano superiore.

Volendo seguitare il restauro generale del Castello ci sarebbero da fare le seguenti cose:
Scuderia con feritoie. Toglierne un piano e riaprire le feritoie.
Cantinone. C’è da costruire una scala a chiocciola che comunichi col primo piano.
Fatta questa scala c’è da restaurare un pochino quelle due camerette.Al Cantinone non ci sarebbero che piccolissime cose da fareche sarebbero le seguenti:
Restauro di un pavimento di mattoni a cortina.
Restauro di alcune finestre e certe tinte affumicate. Volendo vi si potrebbe fare anche l’infisso dela porta d’ingresso.

GRAN SALONE. Questo è diviso in due piani. Della sala superiore il soffito è stato costruito: c’è da restaurare o rifare metà del fregio disgraziatamente distrutto da Carimini, che è pittura di Antoniazzo Romano. In questo salone superiore bisognerebbe trovare un caminetto antico da metterci.Nel salone inferiore c’è da fare il soffitto ricoprendo l’armatura in ferro di tavolete policromate. Trovare un grande caminetto antico per questo salone. Il fregio è tutto da crearsi nuovo ricopiando uno di quelli esistenti ad ornato.
Nel piano superiore vi sono tre camere da restaurare.
La prima dalla parte del gran salone ha un fregio bellissimo con figure rappresentanti le scienze, che fanno pandant alla Camera delle Forze d’Ercole, già ristaurato.
Va rifatto il soffitto. Esistente già un trave in ferro, bisogna provvederne un altro per fare questo soffitto come quello del gran salone. Manca un caminetto antico da metterci.

Le altre due camere hanno i soffiti antichi che si ponno restaurare. Ci sono i fregi imbiancati: levando l’imbiancatura si ponno rimettere ad pristinum questi due fregi. Un caminetto antico è già messo a posto nela camera vicino alla loggia; un altro caminetto è da provvedersi.In queste camere vi è accozzata della mobilia antica di cui parte si può usufruire.L’ultima camera del Torrione è già restaurata e mobiliata.

Vi è lì accanto una piccola loggetta alla quale volendo si potrebbe mettere un soffitto in legno con la stessa ornamentazione degli altri soffitti. Però questo stando all’esterno lo farei dipingere ad encausto.Segue un’ala di fabbricato che forma una altro angolo del cortile. Questo fabbricato è composto di due saloni; l’inferiore è antico, il superiore credo moderno. Però non volendo distruggere tutto, ho conservata la parte superiore. Ho distrutto soltanto un terzo piano.

Castello di Bracciano, camminamento di ronda e logge.

Castello di Bracciano, camminamento di ronda e logge.

Conservando questa parte antica, vi ho fatto una loggetta sopra l’affresco che intona con l’altra loggetta. Lì, volendo, ci si potrebbe fare un soffitto.
Quindi ho lasciato un gran salone al quale ho fatto un pavimento, lasciando la travatura che eisisteva. Questo soffitto è da comporsi come uno vuole; io credo che il miglior tipo da dargli sarebbe di lasciare l’armatura e non fare un soffitto che verrebbe troppo basso; ma decorare questa armatura ad uso cattedrale.
In questa sala dalla parte sinistra non c’erano finestre: da proseguire il muro; dalla parte destra vi sono delle finestre da comporsi.

Questa sala terminava con un belvedere fatto in epoca barocca, credo da Paolo Giordano Orsini II, il quale doveva proseguire sopra un basamento che si vede e che non è stato mai fatto. Questo opinerei di lasciarlo stare com’è, e fare un tramezzo di mattoni per dividerlo dalla grande sala.

Sala inferiore. Opinerei di lascirla comè, facendo un pavimento eguale perchè quello che vi era, era parte in selciato e parte in mattoni. Fare quindi il pavimento tutto ad un livello a mattoni, o mattoni ordinari o esagoni.

In quanto agli archi alcuni sono in mattoni ed altri ricoperti di stucco; ripulirli e lasciare queli a mattoni, gli altri in bianco.
C’è da mettere un caminetto che già c’è; e del quale esiste la cappa.
Le finestre sono antiche, non rimane che da fare gli infissi in legno.

Il cortile era tutto ricoperto di mattoni interi a coltello ed a spina; ve ne rimangono dei pezzetti che ponno servire di caposaldo. Ne ho fatto fare un campione che può servire da
modello. Bisogna studiare gli scoli dell’acqua e le pendenze.

Cortile interno. Nel 2014 è stata realizzata la pavimentazione a spina di pesce tralasciata, ma pensata, dai restauri e dai rifacimenti voluti da Baldassarre III.

Cortile interno. Nel 2014 è stata realizzata la pavimentazione a spina di pesce tralasciata, ma pensata, dai restauri e dai rifacimenti voluti da Baldassarre III.

Nel cortile rimane la scala grande e la sua copertura. Questo bisogna studiarlo con un buon architetto, o con D’Andrade o con Bollè.In questo cortile vi sono due ordini di colonnati con due corridoi costuiti da Gentile Virginio Orsini o Napoleone sul tipo di Baccio Pontelli come quel colonnato che era a SS. Apostoli che poi è stato modificato in epoca barocca. La scala vi fu aggiunta 50 anni dopo, ed essendo ad angolo c’era un muro con una porta che ho levato e che è l’unico sbaglio che ho fatto io. Quella porta bisogna rimetterla. Manca anche una colonna da aggiungersi a quella rampa che porta al gran salone superiore.
In questo cortile essendovi una quantità di buchi che hanno servito per rimettere finestre o anche per altre costruzioni, bisognerebbe otturarli e dare alle pareti una sporcata generale.

Finalmente vi sono delle riquadrature in affresco del Tempesti a chiaroscuro, di epoca posteriore del 600; volendo si pono riprendere.

Non rimane in tutto il Castello che un rudere dell’antico Castello dei Prefetti di Vico. Questo bisogna conservarlo nel suo stato di rovina con la torre annessa. Ripulirlo e lasciarlo com’è. Portare il pavimento a livello. Dippiù c’è un arco che conduceva alla Chiesa: questo bisognerebbe murarlo per solidità. La torre anticamente ebbe in un tempo una merlatura, come si vede dalla stampa della Guida.

Tutti questi restauri all’ingrosso si potranno abbozzare con una spesa di circa 100.000 franchi.

Autrice: Elena Felluca

ultima modifica: 6 dicembre 2014

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