Castello di Bracciano, gli affreschi nella Sala delle Scienze

…Una sala decorata sui primi del quattrocento di pitture che figurano i pianeti, le scienze e le arti, è stata di recente scoperta a caso; che era di ogni parte murata…( D. Gnoli 1870: 180).

Chronico

Chronico

La chiave di lettura per comprendere gli affreschi della Sala delle Scienze si identifica nei cosiddetti Tarocchi di Mantegna poiché ne sono una riproduzione: si tratta di una serie di 50 lame decorate a incisione realizzate intorno alla metà del XV secolo il cui autore resta a tutt’oggi ignoto. Esse sono suddivise in cinque gruppi segnati inversamente con le prime
cinque lettere dell’alfabeto (E, D, C, B, A), ciascuna lama è numerata progressivamente da 1 a 50 ed è figurata con personificazioni di condizioni e di concetti: la serie E (da 1 a 10) rappresenta le condizioni dell’uomo, in ordine crescente dal Misero al Papa; la serie D (da 11 a 20) le nove Muse e Apollo; la serie C (da 21 a 30) le discipline (le Arti Liberali del Trivio e del Quadrivio, la Poesia, la Filosofia, l’Astrologia e la Teologia); la B (da 31 a 40) le tre Virtù teologali e le quattro cardinali, i principi universali Iliaco (luce), Chronico (tempo) e Cosmico (spazio); la serie A (da 41 a 50) rappresenta i Corpi Celesti (e le sfere celesti (l’Ottava Sfera, il Primo Mobile e la Prima Causa).
Le figure si rifanno alla tradizione enciclopedica tardo medievale, dovevano avere una funzione etico-pedagogica e non sembra che siano state concepite come un gioco di carte o come uno strumento divinatorio: “…una specie di microcosmo composto di allegorie della realtà sociale, intellettuale e spirituale; allegorie che costituivano senza dubbio un gioco educativo…”.
Nel corso del tempo ne sono state realizzate numerose copie e già G. Berti li riconobbe nelle figure affrescate nella Sala delle Scienze del Castello di Bracciano, ma ne menziona erroneamente 50, invece sono 34. Egli ipotizzò, inoltre, che il ciclo venne realizzato alla fine del XV secolo da allievi di Antoniazzo Romano.

Giustizia

Giustizia

Disposte in fila vi sono 34 figure di grandi dimensioni ciascuna racchiusa entro un’edicola gotica di differente ampiezza con un paesaggio campestre sullo sfondo, alcune conservano una scritta nera a caratteri gotici (Loica, Rettorica, Geometria, Astrologia, Urania, Euterpe, Luna, Mercurius, Venus, Sole). Ogni due o tre edicole è dipinto un pilastro bianco con base e capitello di colore giallo, la facciata principale è ornata da una candelabra contenente elementi fitomorfi bianchi su sfondo giallo e lo stemma Orsini a colori posto al centro. Al di sopra dei pilastri corre un cornicione di finti marmi di colore rosso, verde, giallo, come se l’osservatore fosse al centro di un edificio colonnato, un cortile o un chiostro.
Ciò che appare oggi ai nostri occhi non è altro che il risultato di un restauro “invasivo” dei primi anni del XX secolo, infatti una descrizione della fine del XIX secolo testimonia che parte delle figure, all’epoca, erano in cattivo stato di conservazione e alcune erano addirittura incomprensibili (L. Borsari-R. Ojetti 1895: 60).

Parete “A” (parete verso la Sala delle Armi)
Da destra verso sinistra:
GRAMMATICA (XXI nei Tarocchi di Mantegna)
LOGICA (XXII nei Tarocchi di Mantegna)
RETORICA (XXIII nei Tarocchi di Mantegna)
GEOMETRIA (XXIV nei Tarocchi di Mantegna)
ARITMETICA (XXV nei Tarocchi di Mantegna)
MUSICA (XXVI nei Tarocchi di Mantegna)
POESIA (XXVII nei Tarocchi di Mantegna)
FILOSOFIA (XXVIII nei Tarocchi di Mantegna)
ASTROLOGIA (XXIX nei Tarocchi di Mantegna)
TEOLOGIA (XXX nei Tarocchi di Mantegna)

Parete “B”  (parete verso la Corte)
Da destra verso sinistra:
L’universo:
ILIACO (XXXI nei Tarocchi di Mantegna)
CRONICO (XXXII nei Tarocchi di Mantegna)
COSMICO (XXXIII nei Tarocchi di Mantegna)
Le Muse:
MELPOMENE (XVII nei Tarocchi di Mantegna)
TALIA (XVI nei Tarocchi di Mantegna)
POLIMNIA (XV nei Tarocchi di Mantegna)
ERATO (XIV nei Tarocchi di Mantegna)

PARETE “C”  (parete verso la Sala del Bobolaccio)
Da destra verso sinistra:
Le Muse:
TERSICORE (XII nei Tarocchi di Mantegna)
URANIA (XII nei Tarocchi di Mantegna)
CALLIOPE (XI nei Tarocchi di Mantegna)
Le divinità:
GIUNONE
Le Muse:
CLIO (XIX nei Tarocchi di Mantegna)
EUTERPE (XVIII nei Tarocchi di Mantegna)
I corpi celesti:
LUNA (XLI nei Tarocchi di Mantegna)
MERCURIO (XLII nei Tarocchi di Mantegna)
VENERE (XLIII nei Tarocchi di Mantegna)
SOLE (XLIV nei Tarocchi di Mantegna)

PARETE “D”  (parete verso il lago)
Da destra verso sinistra:
Non identificato:
ANGELO MUSICANTE
I corpi celesti:
GIOVE (XLVI nei Tarocchi di Mantegna)
Le Virtù:
GIUSTIZIA (XXXVII nei Tarocchi di Mantegna)
Le divinità
FEBO
DIANA
Non identificati:
PERSONAGGIO SEDUTO CON LIBRO
ANGELO MUSICANTE

I paragoni iconografici suggeriscono che possono trattarsi di vere e proprie copie, mentre le poche varianti dei dettagli sono forse dovute ai restauri dei primi anni del XX secolo.
Rispetto ai cosiddetti Tarocchi di Mantegna, nella Sala delle Scienze mancano rappresentazioni relative alle Condizioni umane e gli altri gruppi, tranne quello relativo alle discipline, sono parziali. L’ordine e la disposizione dei gruppi non segue la sequenza numerica dei Tarocchi. Viceversa, alcune figure presenti nella Sala non compaiono nei Tarocchi (Giunone, Apollo, Diana, i due angeli musicanti e il personaggio seduto con libro): Giunone è inserita tra le Muse, interrompendo stranamente la sequenza; le figure di Apollo, Diana, dei due angeli musicanti e del personaggio seduto con libro presenti sulla parete “D” probabilmente sono state dipinte durante i restauri dei primi del XX secolo seguendo altri modelli al momento non identificati. Non sappiamo cosa fosse rappresentato al loro posto e ogni ipotesi risulterebbe infondata.

Ad ogni modo, si considerano gli affreschi originali databili tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo, periodo in cui era in voga il pensiero di cui sono veicolo: i Tarocchi di Mantegna, e quindi le figure della Sala delle Scienze, riflettono un’ideologia umanistica.
Si tratta dunque di personificazioni di concetti e di valori e la loro associazione riflette il pensiero legato alla cosmologia, all’enciclopedia e alla mitologia greca e romana in un intreccio di valori e significati che influivano sulla sfera dell’intelletto, sulla vita e sulle condizioni dell’uomo.

La spiegazione di tali raffigurazioni va ricercata nelle idee maturate nell’umanesimo classico del Rinascimento italiano, ovvero nella riscoperta, nello studio e nell’interpretazione dell’eredità dell’antichità classica che permise di recuperare dottrine antiche caratterizzando il pensiero filosofico rinascimentale. L’accento era posto sull’uomo e sui suoi valori, ma questo non indica indifferenza nei confronti di Dio nel pensiero del Rinascimento, nessuno, o quasi, degli intellettuali di quel periodo ne negava l’esistenza; è vero però che la loro concezione di Dio poteva essere diversa dalle forme dell’ortodossia religiosa. Gli umanisti si occupavano soprattutto di problematiche morali, esaltavano la posizione dell’uomo nell’universo.

I gruppi delle figure della Sala delle Scienze, ad esclusione di quelle ipoteticamente realizzate all’inizio del XX secolo, sono associati tra loro dall’idea di armonia intellettuale legata ai principi e all’ordine del cosmo: come ci insegna Platone, all’armonia del cosmo deve corrispondere l’armonia dell’animo e dell’intelletto umano ed essa è causata
dal suono musicale prodotto dalle Muse.
Nelle fonti classiche e medievali troviamo varie descrizioni della relazione tra i gruppi in questione, ad esempio, Marziano Capella associa le Muse alle sfere celesti in un legame armonico di suoni e melodie; mentre Dante associa i cieli alle discipline.
Le discipline raffigurate nella Sala delle Scienze sono di certo legate agli studia humanitatis contraddistinti sin dall’inizio del XV secolo da un preciso curriculum universitario che comprendeva una serie di materie, tra cui grammatica, retorica, poesia, storia, filosofia morale, le quali si fondavano sulla lettura degli autori classici latini e greci
(valori umani ed educativi degli studi).
I Principi Cosmici, Iliaco, Cronico e Cosmico rappresentavano le leggi principali secondo le quali era regolato l’universo: la levata eliaca indica il moto di un astro rispetto al Sole, il tempo e l’uroboros rappresentano la continuità, il cosmo è l’intero universo.
Le nove Muse sono ispiratrici, portatrici di armonia e di conoscenza.
I Corpi Celesti sono rappresentati in forma divina, personificazione o racconto di un mito: Luna è rappresentata come una donna che guida il carro lunare; Mercurio è rappresentato con gli attributi tipici del dio, ovvero con i sandali alati, il caduceo e l’elmo alato, ai piedi una testa mozzata, forse riconducibile alla testa di Medusa nel mito di Perseo; Venere fa
il bagno nuda con le sue ancelle e sopra di lei svolazza suo figlio Cupido; per rappresentare il sole è narrato il mito di Fetonte; Giove è seduto in trono.
L’unica virtù rappresentata è la Giustizia, così, ad esempio, Dante: Ché, sì come dice lo Filosofo nel quinto de l’Etica, “la giustizia legale ordina le scienze ad apprendere, e comanda, perché non siano abbandonate, quelle essere apprese e ammaestrate”.

RIFERIMENTI e bibliografia relativa:
Berti, G.
2006    I cosiddetti Tarocchi di Mantegna, in R. Signorini (a cura di), A casa di Andrea Mantegna, 2006, Cinisello
Balsamo, Silvana Editore: 298-307.
Borsari, L. – Ojetti, R.
1895    Il Castello di Bracciano. Guida Storico-Artistica, Roma.
Gnoli, D.
1870    Vittoria Accoramboni, Firenze.

Autrice: Elena Felluca

ultima modifica: 20 marzo 2014

Riproduzione vietata senza il consenso dell’Autrice.
È permesso citare l’articolo come sitografia indicando il nome dell’autrice, il titolo dell’articolo, l’indirizzo internet e la data indicata nel testo che si riferisce alla lettura dell’utente.